Vivi e morti lavorano insieme: legami, intrecci, incombenze, lasciti, gesti inconsulti e un sacco di cose da fare. De los muertos è una ricerca di relazione con trapassati ancora attivi nel presente con strumenti come narrazione sonora, tempo incastonato in immagine, azioni dal vivo in spazi apparecchiati.
«Una donna indossa le scarpe della sua migliore amica defunta, per far sì che continui a camminare nel mondo».
Ci sono alcuni gesti, oggetti, pensieri, azioni concrete che collegano il mondo dei vivi a quello dei morti: prendendo spunto dalla convivenza collaborativa tra vivi e morti che esisteva nel culto latino dei Lari – e che esiste ancora a Oaxaca in Messico come a Napoli – il lavoro di ZimmerFrei unisce ricerca documentaria e presenza dal vivo, portando in scena alcune azioni che legano i vivi a quelle persone scomparse che sono ancora in attività nel presente. De los muertos raccoglie la proposta del libro Au bonheurs des morts della filosofa ed etologa belga Vinciane Despret: per convivere con quei morti che non se ne vanno, invece che scacciarli potremmo adottarli.